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IL PUNTO DEL VICEPRES. D’Ambrosi – Professionalità, remunerazione ed assenza di lucro: il nostro tallone di Achille.
In questi ultimi tre anni la Federazione ha erogato oltre 500.000,00 euro per le spese legate al settore sanitario. Tale ingente importo è stato utilizzato per favorire lo svolgimento dell’attività pugilistica, agevolando l’organizzazione di eventi e la partecipazione agli stessi dei nostri pugili Aob e Pro.
Nello specifico, gli oltre 500.000,00 euro sono stati utilizzati:
1) per i costi legati ai servizi medici effettuati nei numerosi tornei e campionati nazionali Aob, a cui hanno partecipato, per gli anni 2017 e 2018, oltre 2000 pugili in rappresentanza di oltre 600 società provenienti da tutta Italia;
2) per i costi connessi ai servizi medici ed ai controlli antidoping effettuati in occasione dei titoli italiani pro;
3) per i costi dei servizi medici legati alle attività delle varie Rappresentative Azzurre;
4) per la sottoscrizione di polizze assicurative a copertura di eventuali infortuni connessi con l’attività pugilistica delle Nazionali ed al successivo e sempre eventuale intervento medico specialistico.
Il già cospicuo impegno di spesa è stato affiancato da delibere ed iniziative – del Consiglio federale e del settore sanitario – tra cui preme evidenziare:
1) l’avvio di uno studio di fattibilità circa la partecipazione dei diversamente abili all’attività pugilistica;
2) la recente abolizione del costo legato all’intervento del medico nella visita per gara (quella effettuata il giorno precedente la riunione mista o pro). Costo adesso ricompreso, in virtù dell’intervento del Consiglio federale, nella tariffa medica legata al servizio di bordo ring;
3) l’avvio di contatti con il competente Dicastero della Salute per l’abolizione della visita per l’accertamento del sesso, ad oggi ancora a carico delle atlete che fanno la prima visita di idoneità;
4) l’abolizione dei costi per le visite mediche e quelle antidoping effettuate in occasione di titoli italiani Pro. Costi che sono, da due anni, a carico della Federazione;
5) l’avvio di nuovi corsi di aggiornamento riservati a medici che vogliono prestare la loro attività a bordo ring.
Nonostante tutto questo, il settore sanitario rimane ancora il “tallone di Achille” ovvero il punto debole di questa Federazione. Non mi riferisco ovviamente all’accertata professionalità ed alla notevole capacità dei componenti del menzionato settore e dei medici tesserati F.PI., grazie ai quali i nostri pugili sono ampiamente tutelati e con essi l’immagine della stessa Federazione soggetta, non dimentichiamolo, ad una rigida ma opportuna normativa sanitaria.
La debolezza delle politiche gestionali del settore in questione è insita nell’apparente inconciliabilità tra professionalità – che porta con se responsabilità e legittima remunerazione – e l’assenza della finalità di lucro, formalizzata nel nostro Statuto, che invece permea tutto il nostro movimento pugilistico e che dovrebbe ispirare tutti gli attori in esso impegnati.
In altre parole, chi esercita una professione, tra cui quella medica, nutre come aspettativa – soprattutto se a tale professione sono riconducibili tutta una serie di responsabilità (penale, civile, ecc.) – una remunerazione ovvero un corrispettivo adeguato all’attività professionale espletata.
Sulla base di questo principio, la Federazione non è riuscita, in questo quadriennio, a ridurre le tariffe legate ai servizi medici nonostante i vari tentativi esperiti dal Consiglio federale che sono sfociati, talvolta, in un’effervescente dialettica con i rappresentanti del settore medico sanitario.
Sempre in virtù del principio della professionalità, alcuni nostri medici hanno espresso perplessità anche sull’ultima delibera approvata dal Consiglio che ha inteso eliminare i costi connessi alla visita pre gara.
Per quanto mi riguarda, ritengo che il sacrosanto principio di rispetto della professionalità medica non possa essere disgiunto – in un movimento la cui esistenza è fortemente radicata sull’assenza delle finalità di lucro – dal rispetto dell’abnegazione con cui tante società e tecnici sostengono, quotidianamente, elevati sacrifici per promuovere ed implementare l’attività pugilistica.
In un momento di forte crisi economica, gli attori principali che hanno a cuore la nobile arte (società e tecnici) stanno sostenendo ingenti spese per contribuire alla crescita del pugilato. Altri (dirigenti federali, centrali e periferici, componenti le commissioni, ecc.) impiegano il loro tempo, a favore del pugilato, gratuitamente e quindi senza nessun corrispettivo che non sia legato al mero rimborso delle spese vive.
A parer mio, tutti dovrebbero tener conto di tale situazione, sapendo conciliare le aspettative economico professionali con il puro spirito dilettantistico e l’impareggiabile passione che anima le società ed i tecnici: cuore del nostro movimento.
In questo senso, ritengo che la fine di questo quadriennio e l’inizio del prossimo vadano approcciati partendo da questo principio.
Il V. Presidente Vicario
Dott. Flavio D’Ambrosi